Il grande nemico dei tudor : la Spagna



Il regno dei Tudor, durato poco più di un secolo, fu un periodo di grandi cambiamenti, non solo all’interno dell’Inghilterra, ma anche nei suoi rapporti con il resto del mondo. Uno dei capitoli più affascinanti e cruciali della storia Tudor riguarda i conflitti internazionali, in particolare la lunga rivalità con la Spagna. Questo scontro culminò in uno degli eventi più celebri e drammatici della storia inglese: la battaglia contro l’Invincibile Armada nel 1588.

Le tensioni tra Inghilterra e Spagna: cause e contesto

Per comprendere le radici di questa rivalità, bisogna risalire ai primi anni del regno di Enrico VIII. All’inizio del suo governo, l’Inghilterra aveva buoni rapporti con la Spagna, consolidati dal matrimonio di Enrico con Caterina d’Aragona, figlia dei re cattolici Ferdinando e Isabella di Spagna. Tuttavia, la relazione tra i due paesi cominciò a deteriorarsi dopo che Enrico chiese l’annullamento del suo matrimonio con Caterina per sposare Anna Bolena.

La rottura con la Spagna non fu solo personale, ma anche religiosa e politica. Con l’Atto di Supremazia del 1534, Enrico VIII dichiarò la separazione dell’Inghilterra dalla Chiesa cattolica, creando la Chiesa d’Inghilterra. Questo pose l’Inghilterra in netto contrasto con le grandi potenze cattoliche dell’epoca, tra cui la Spagna, allora guidata da Carlo V, nipote di Caterina d’Aragona.

La situazione si aggravò ulteriormente durante il regno di Maria I, figlia di Enrico e Caterina. Maria, devota cattolica, tentò di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra e sposò il re spagnolo Filippo II. Tuttavia, il suo regno fu breve e segnato da tensioni interne, e alla sua morte, la corona passò alla sua sorellastra, Elisabetta I, che riportò l’Inghilterra sulla strada del protestantesimo.

Il regno di Elisabetta I: l’Inghilterra contro la Spagna

Durante il regno di Elisabetta I, le tensioni con la Spagna si intensificarono. Filippo II, sovrano della Spagna, considerava Elisabetta una nemica della fede cattolica e un ostacolo alla sua visione di un’Europa unificata sotto il cattolicesimo. L’Inghilterra, nel frattempo, sostenne la ribellione dei protestanti nei Paesi Bassi, allora sotto dominio spagnolo, inviando aiuti finanziari e militari.

Le ambizioni marittime dell’Inghilterra sotto Elisabetta furono un altro punto di attrito. Esploratori e corsari inglesi, come Francis Drake, attaccarono e saccheggiarono navi e colonie spagnole, infliggendo gravi perdite al tesoro spagnolo. Filippo II, già esasperato dalle incursioni inglesi e dalla presenza di una sovrana protestante sul trono inglese, decise che l’unica soluzione fosse l’invasione dell’Inghilterra.

L’Invincibile Armada: la sfida navale del 1588

Nel 1588, Filippo II ordinò la costruzione di una vasta flotta, conosciuta come l’Invincibile Armada, composta da circa 130 navi, con l’intenzione di sbarcare in Inghilterra e deporre Elisabetta. L’idea era quella di attraversare il Canale della Manica, unire le forze con l’esercito spagnolo stanziato nei Paesi Bassi e marciare su Londra.

Tuttavia, l’Armada non si rivelò affatto “invincibile”. L’Inghilterra, sotto la guida di ammiragli esperti come Francis Drake e Charles Howard, adottò una tattica difensiva agile e sorprendente, utilizzando navi più piccole e veloci rispetto ai pesanti galeoni spagnoli. Le condizioni atmosferiche giocarono un ruolo decisivo: una tempesta, drammaticamente chiamata “il vento protestante”, disperse e danneggiò gran parte della flotta spagnola.

L’Armada non riuscì mai a raggiungere la costa inglese, e solo una frazione delle navi tornò in Spagna. Questa sconfitta fu un disastro per Filippo II e segnò un importante punto di svolta nella storia europea, consolidando la posizione dell’Inghilterra come potenza navale emergente.

Le conseguenze della vittoria inglese

La sconfitta dell’Invincibile Armada non solo salvò l’Inghilterra da una potenziale invasione, ma rafforzò il prestigio di Elisabetta I, che divenne un simbolo di resistenza e leadership. Questo evento fu celebrato come un trionfo divino, con molti inglesi che videro la vittoria come una conferma del favore di Dio verso il protestantesimo.

La Spagna, pur continuando a essere una potenza dominante, iniziò a perdere la sua egemonia navale e finanziaria nei decenni successivi, mentre l’Inghilterra si preparava a diventare una delle principali potenze marittime del mondo.

I Tudor e la costruzione di un mito nazionale

La sconfitta dell’Armada contribuì a costruire l’immagine di Elisabetta come una regina forte e invincibile, capace di proteggere la sua nazione contro ogni avversità. Questo mito è stato perpetuato nei secoli successivi, e continua a ispirare opere di narrativa, cinema e televisione.

Film come “Elizabeth: The Golden Age” con Cate Blanchett hanno ritratto la regina in tutto il suo splendore, evidenziando il suo ruolo di guida durante la crisi dell’Armada. Questa rappresentazione drammatica, sebbene con alcune licenze artistiche, ha contribuito a mantenere viva l’epica di quella sfida navale nel nostro immaginario collettivo.

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Sono Silvia

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