​The Royal Progress 1535 – Wolf Hall, Wiltshire – una finta storia d’amore

Nel 1535 Wiltshire era la contea più ricca e influente del Paese. All’inizio del XVI secolo il Wiltshire era uno dei principali centri industriali dell’Inghilterra, con un fiorente commercio di tessuti, principalmente nella parte occidentale dello shire, ma che si estendeva a sud-est fino a Salisbury e Wilton.

Il Wiltshire fu al centro del cambiamento politico e religioso che ebbe luogo negli anni Trenta del XV secolo. La contea vantava un numero di deputati molto più alto di qualsiasi altra nel Paese, anzi quasi il doppio del secondo posto, il vicino Dorset. Nel giro di un anno avrebbe fornito la prossima regina d’Inghilterra attraverso un matrimonio politico e avrebbe dato legittimità a un nuovo governo i cui promotori possedevano Wolf Hall nel Wiltshire: i Seymour.

I Seymour esercitavano un notevole potere nell’Inghilterra occidentale. Di origine normanna, la famiglia si era dapprima stabilita nel Galles meridionale, prima che due accorti matrimoni ne accrescessero ulteriormente le fortune. Il primo con i Beauchamp di Hatch nel Somerset e il secondo con la famiglia Sturmy (Esturmy), i cui possedimenti terrieri si concentravano a Wolf Hall.

Sir Thomas Beauchamp, (morto nel 1444), un giovane figlio dei Beauchamp di Hatch, fu eletto per cinque volte membro del Parlamento. Era un Lollardo, talvolta imprigionato come tale e legato a Thomas Brooke e Sir John Oldcastle.

Gli Sturmey erano prolifici in politica: Sir William Sturmey (1356-1427 circa), ad esempio, era stato ambasciatore, cortigiano, presidente dei Comuni e almeno dodici volte cavaliere dello shire per l’una o l’altra contea di Devon, Hampshire e Wiltshire. Dagli Sturmey i Seymour ereditarono la predisposizione alle cariche politiche. Ereditarono anche le terre di Wolf Hall e di Eltham, nell’Hampshire. Eltham fu poi aggiunta all’itinerario durante il progresso del 1535.

Sir John Seymour (1473-1536) fu membro del Parlamento per Heytesbury nel Wiltshire e fu più volte sceriffo del Wiltshire, del Dorset o del Somerset.

Quando la corte di Enrico VIII arrivò a Wolf Hall nel settembre del 1535, stava arrivando al centro del governo inglese – il mantello, se vogliamo – dell’autorità parlamentare. L’Inghilterra occidentale era il luogo del potere e per questo era stato scelto questo itinerario.

Enrico non aveva mai governato da solo, non aveva mai guidato, ma era stato un seguace: di sua nonna prima, poi del vescovo Richard Foxe, del cardinale Thomas Wolsey, dei Bolena e ora, mentre la famiglia sponsorizzata dai francesi svaniva, il suo regno sarebbe stato governato dalla fazione Seymour-Cromwell.

Il progress reale era nel Wiltshire e a Wolf Hall per galvanizzare la forza del Parlamento da cui la fazione traeva la sua autorità e quindi il suo dominio sia sul monarca che sulla nobiltà.

I Seymour erano al centro dei cambiamenti politici e religiosi in atto in Inghilterra e Galles. Avevano il controllo grazie all’autorità parlamentare che esercitavano dalla contea più influente del Paese.

In questo nuovo ordine non c’era più posto per la debole fazione dei Bolena. Questo esecutivo evangelico e francofobico se ne sarebbe occupato, a meno che, naturalmente, Anne non riuscisse in qualche modo a concepire miracolosamente un figlio molto, molto presto, anzi entro poche settimane, prima che tutti tornassero a casa dal viaggio.

Questo era il suo desiderio quando lasciarono Wolf Hall e si diressero verso Winchester.

La fazione Seymour-Cromwell era alacremente al lavoro per prendere il potere. La macchina era oliata e ronzante, lubrificata da centinaia di membri del Parlamento e dal vetriolo di personaggi come Bale e Fyllol.
C’è, naturalmente, la storia che tutto ciò che seguì all’incontro dei re con i Seymour fu, nonostante lo stato religioso e politico preesistente, una diretta conseguenza delle inclinazioni romantiche di un uomo di mezza età, quarantaquattrenne, prudente, conservatore, due volte sposato politicamente, verso la non più giovanissima Jane Seymour.
La realtà era molto meno romantica e molto più politica.

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Sono Silvia

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