Il corpo di Cristo sull’altare?

Cranmer contro Gardiner: la disputa teologica che riscrisse la liturgia inglese

Nel cuore del tumultuoso regno di Edoardo VI, una delle più complesse battaglie della Riforma inglese non si combatté sul campo, ma tra le pagine di due trattati. I protagonisti? Thomas Cranmer, arcivescovo di Canterbury e autore del Book of Common Prayer, e Stephen Gardiner, vescovo cattolico di Winchester.

La disputa, apparentemente dottrinale, ebbe conseguenze politiche, liturgiche e culturali decisive: mise in crisi la fragile coesistenza tra cattolici e riformati nella Chiesa d’Inghilterra, e portò a una revisione radicale del libro di preghiere ufficiale del regno.

La domanda centrale: cosa si riceve nel sacramento?

Cranmer aveva progressivamente abbandonato la dottrina cattolica della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.
Nel suo trattato del 1550 (A Defence of the True and Catholic Doctrine of the Sacrament), scriveva:

«Cristo è un cibo spirituale, e viene mangiato e digerito spiritualmente, non con denti, lingua o stomaco».

Per lui, il pane e il vino erano simboli potenti ma non veicoli reali della carne di Cristo.
La presenza di Cristo era spirituale, figurativa, e si attuava solo nel cuore del credente.

Gardiner rispose con vigore. Nel suo volume An Explication and Assertion of the True Catholic Faith Touching the Most Blessed Sacrament of the Altar (1551), sostenne:

«Riceviamo la carne di Cristo glorificata, incorruttibile, spirituale e vera. Non è una figura: è una sostanza».

Il punto chiave: la transustanziazione

Secondo la Chiesa cattolica, nel momento della consacrazione, la “sostanza” del pane e del vino scompare, pur mantenendo l’apparenza (chiamata accidenti). È il mistero della transustanziazione.

Gardiner difese questa dottrina con un esempio ironico:

«Se un contadino mostrasse pane, formaggio e birra a uno studioso e chiedesse: “Mostrami la sostanza”, lo studioso risponderebbe: “La sostanza non si tocca. Ciò che vedi e tocchi sono solo accidenti”. A quel punto il contadino riderebbe forte e direbbe: “Tieni pure la sostanza, io mi tengo la birra!”».

Il colpo di scena: Gardiner usa il Book of Common Prayer contro Cranmer

Gardiner accusò Cranmer di contraddirsi: il suo stesso Prayer Book (1549), ufficialmente approvato, conteneva formule che sembravano sostenere la presenza reale:

  1. Le parole della distribuzione: «Il corpo del Signore nostro Gesù Cristo, che è stato dato per te…»
  2. Una rubrica che spiegava: «In ogni pezzo di pane si riceve il corpo intero di Cristo»
  3. La preghiera di consacrazione che invocava lo Spirito Santo: «…affinché questi doni di pane e vino siano per noi il corpo e il sangue di Cristo»
  4. La preghiera per i vivi e i defunti, posta subito dopo la consacrazione, coerente con l’idea del sacrificio propiziatorio
  5. La Prayer of Humble Access, che parlava di adorazione della carne di Cristo nel Sacramento

La risposta di Cranmer? Riscrivere tutto

Non potendo negare che il Prayer Book si prestasse a letture cattoliche, Cranmer intervenne.

Nel 1552, con l’appoggio del Parlamento, fece rimuovere o modificare tutti i passaggi incriminati:

  • Le parole della distribuzione divennero: «Prendi e mangia questo in memoria del fatto che Cristo è morto per te»
  • Fu eliminata ogni menzione della presenza di Cristo in ogni pezzo di pane
  • La preghiera per i morti fu cancellata
  • Il termine “altare” venne sostituito da “tavola”
  • La preghiera di consacrazione venne ripulita da ogni accenno alla transustanziazione

Un punto di non ritorno

Con la pubblicazione del secondo Prayer Book, l’esperimento di cattolicesimo senza papa sognato da Gardiner era ormai fallito.
L’Inghilterra, almeno sotto Edoardo VI, si era allontanata tanto da Roma quanto da Lutero, abbracciando una via tutta inglese: protestante, austera, memoriale.

«Thomas More aveva ragione. Enrico VIII si era sbagliato» — sembrò pensare Gardiner, osservando la radicalizzazione liturgica che il giovane re aveva voluto.

La disputa tra Cranmer e Gardiner fu molto più di un confronto teologico: fu lo specchio di un’Inghilterra lacerata tra passato e futuro, tra riforma e tradizione, tra parole che dovevano nutrire l’anima e dottrine che potevano condannarla.
Nel silenzio delle chiese e tra le righe dei libri di preghiera, si giocava il destino spirituale di una nazione intera.

Fu Cranmer a tradire se stesso riscrivendo il proprio libro? O Gardiner, nell’usare le sue stesse armi contro di lui?
Quel che è certo è che la liturgia — troppo spesso considerata semplice rito — fu il campo di battaglia più sottile e feroce della fede Tudor.

La disputa tra Cranmer e Gardiner fu molto più di un confronto teologico: fu lo specchio di un’Inghilterra lacerata tra passato e futuro, tra riforma e tradizione, tra parole che dovevano nutrire l’anima e dottrine che potevano condannarla.
Nel silenzio delle chiese e tra le righe dei libri di preghiera, si giocava il destino spirituale di una nazione intera.

Lascia un commento

Sono Silvia

Benvenuti su Sulle tracce dei Tudor, uno spazio dedicato agli appassionati di storia, cinema e letteratura che vogliono esplorare il mondo della dinastia Tudor. Attraverso articoli storici, recensioni e curiosità, ci immergeremo nelle vicende e nei personaggi che hanno segnato un’epoca indimenticabile, analizzando come ancora oggi continuano a ispirare opere moderne.